Bentornati alla rubrica settimanale con le interviste ad Autori e Autrici emergenti.
Per l’incontro di oggi del nostro “Caffè Letterario” abbiamo il piacere di avere con noi Elisabetta Tagliati, che ci parlerà un po’ della sua storia e del suo percorso come scrittrice.
Senza ulteriori indugi direi che è il momento di passarle subito la parola e di cominciare.
Come prima cosa direi di iniziare con le presentazioni. Dicci come ti chiami e nel caso di un nome d’arte raccontaci come lo hai scelto e perché?
Ciao Daniele e grazie infinite per la tua disponibilità e il tuo entusiasmo!!
Io mi chiamo Elisabetta Tagliati, anche se il mio nome di battesimo sembra diventato un po’ il mio nome d’arte perché tra amici e famigliari vengo chiamata Betty… anni fa non riuscivo a identificarmi con un nome altisonante come Elisabetta, mentre Betty mi sembrava più fresco e immediato, caratteristiche che sentivo affini. Con il tempo forse ho perso un po’ di freschezza e ho iniziato a sentirmi a mio agio anche con il nome ufficiale! =) Quando ho iniziato a fare musica usavo Betty Tagliati per quando cantavo musica moderna e Elisabetta Tagliati per quando facevo la lirica… poi la cosa mi è sfuggita di mano e ora ognuno mi chiama come preferisce! Ahahah!
Bene, ti chiamerò Betty d’ora in poi. Andiamo subito con la seconda domanda. Cosa prendi? Caffè, The o Tisana?
Grazie! Questa sera, in cui l’umidità serale fa preannunciare l’autunno, sarei in vena di un Irish Coffee, se però tu non mi fai ‘compagnia alcoolica’ berrò una tisana allo zenzero!
Come nasce la passione per la scrittura?
Nasce con l’amicizia. Ho passato buon parte della mia infanzia (e non solo) a scrivere e condividere scritture/letture/musica con una carissima amica (tutt’ora le cose vanno così). Per me è sempre stato un gioco ma anche un momento di riflessione personale…
E cosa ti ha fatto dire “voglio scrivere un libro”?
…finchè non è arrivato un sogno che ha preteso di essere trascritto rigorosamente (con 368 pagine per la precisione)! Ho iniziato a scriverlo per poterlo ‘guardare dal di fuori’ poi, man mano che proseguivo, ho capito che voleva diventare qualcosa d’altro… e grazie alla Pluriversum Edizioni lo abbiamo trasformato in un romanzo onirico, mentre con il talento e la passione di Perry Magnani è stato trasposto in musica e debuttato come opera rock: vi presento Oltre l’Abisso!
Quale genere scrivi e come mai ti sei approcciata a quel genere?
Ad ora ho pubblicato un romanzo un romanzo onirico e un romanzo distopico. Ho vinto un premio in un concorso romance e sono stata selezionata per varie antologie tra cui una horror.
Mi piace mettermi alla prova testando, soprattutto nei testi brevi, tanti generi diversi. Le mie letture sono molto legate alla saggistica filosofica, ai classici e al fantasy e penso che i miei testi trasudino sempre alcune di queste componenti. Amo usare termini desueti e affibbiare ai personaggi riflessioni forse un po’ démodé… infatti qualsiasi cosa io scriva temo sia una sorta di infernale contrappasso per i lettori di narrativa da spiaggia (che è importantissima, perché spesso chiediamo a un libro solo un po’ di leggerezza).
Qual è la prima cosa che ricordi di aver scritto?
Una fanfiction sul ‘Signore Degli Anelli’ chiamata qualcosa tipo “Gil’e’lómë” che, nella lingua Quenya (una di quelle usate dagli elfi di Tokien), significherebbe ‘scintilla nel buio’. Simpatico come il seguito si chiamasse “Lómë’e’gil” (il buio dentro la scintilla)… non sono cambiata poi così tanto da allora…
E qual è invece la cosa che più ti imbarazza di aver scritto? Quella che a rileggerla ti viene da dire “ma cosa accidenti ho scritto?”
Mmmmmm non saprei, non sono una a cui piace riesumare il passato né rielaborare testi scritti da tempo immemore… la stragrande maggioranza delle cose che ho scritto senza intenzioni ‘di pubblicazione’ non le ho mai più rilette (evitandomi l’imbarazzo!). Penso che tutto abbia un senso quando ti concentri per scriverlo, però noi siamo in movimento, sempre diversi, e ciò che ho scritto ieri appartiene a qualcuno che non sono io. Forse è un po’ contorto come pensiero ma è il motivo per cui quando decido di scrivere qualcosa esso ha la mia attenzione assoluta finché non lo termino e durante l’editing non ridiscuto più la trama né i personaggi ma solo la forma.
Parliamo del tuo processo creativo. Come nascono le idee per i tuoi libri?
I romanzi nascono da forti pulsioni, il sogno per il romanzo onirico (e il suo seguito – in fase di editing) e riflessioni sull’arte e sulla società tecnologica per il distopico. I racconti invece spesso li inizio perché decido che ‘quella sera scriverò qualcosa’, meglio ancora se trovo un concorso con una tematica che mi ispira. In questo caso acciuffo una parola iridescente e mi lascio trasportare da lei.
Ti definiresti più Plotter o Pantser? Ti piace avere tutti i dettagli sotto mano della storia prima di iniziare a scriverla oppure scrivi più “di pancia”?
Con i sogni ho scritto di pancia ma conoscevo precisamente personaggi e contesto perché li avevo ‘vissuti’ nel sonno. È andata in modo non troppo diverso anche con il romanzo distopico: l’ambiente è stata una folgorazione e i personaggi ne sono scaturiti forti e definiti dal primo momento: a quel punto è bastato lasciarli agire e trascrivere le loro gesta.
Scrivi a mano con quaderni, appunti, diari oppure direttamente al pc?
Assolutamente su pc. Ho una scrittura decisamente agile e Tuffy, il mio compare tecnologico. =)
Ti piace ascoltare musica quando scrivi oppure preferisci il silenzio? In caso di musica, cosa ti piace ascoltare?
Mi piace ascoltare musica, ma non può contenere voce o vengo completamente distolta dallo scrivere… se si accende la vena della cantante la scrittrice finisce in una polverosa cantina.
Uso musica ambient, colonne sonore di film e videogiochi, suoni naturali o composizioni molto delicate perché capita che anche degli strumenti solisti troppo marcati o il suono del pianoforte o strutture troppo importanti (per esempio le sinfonie di Beethoven) vengano seguiti a tradimento dal mio cervello. La musica mainstream… tendenzialmente è una tortura per me.
C’è un posto preferito dove ti piace scrivere in un posto in particolare, diciamo un angolino tutto per te?
Purtroppo la mia casa non è così ampia da avere questo lusso ma basta un incenso e l’angolino si crea da solo! =)
Quanto tempo impieghi per scrivere un romanzo?
Generalmente poco perché lo ‘butto giù’ letteralmente (tipo 3 mesi per più di 200 pagine), ma la parte di editing è sempre molto onerosa e prevede più di un passaggio integrale. Purtroppo io posso dedicarmi alla scrittura pochissime ore al giorno anche quando sono nel flow…
C’è un genere che non vorresti mai scrivere o che pensi di non riuscire a scrivere?
Il giallo, penso di non potercela fare a tenere nascosto la soluzione fino alla fine mantenendo l’interesse durante tutto lo svolgimento della vicenda!
Hai una writing routine particolare? Se sì cosa fai?
No, mi basta un po’ di tempo e serenità (ed è già un lusso…).
Hai mai avuto il blocco dello scrittore e nel caso come l’hai superato?
No, perché non mi sono mai ritenuta una scrittrice. Non ho mai dovuto produrre nulla, perciò non avevo la preoccupazione di doverlo fare per forza. Penso che quando ci si sente di non dover dire/scrivere niente è saggio non farlo.
Cosa provi mentre scrivi i tuoi romanzi?
Libertà. Nella scrittura mi permetto di rivelare quello che penso con molti meno filtri rispetto a quanti ne abbia nella ‘vita comune’. Considero ciò che scrivo come ‘ciò che deve essere scritto’, non ‘ciò che desidero scrivere’. Per certi aspetti lo reputo un atteggiamento coraggioso e trasparente.
Pubblichi con casa editrice o in Self? In caso di Self cosa ti ha portato verso questa scelta?
Ho pubblicato in ambo i modi. Pluriversum Edizioni ha dato vita a “Oltre l’Abisso”, ma per “I Dissidenti – I libri dei ricordi del mondo” ho preferito prendere la strada del self: il libro è molto breve, volevo poterlo proporre a un prezzo davvero affrontabile (2.99/5.99 euro) e penso che la sua natura sia per forza l’indipendenza… tema che scorre impetuoso tra le sue pagine.
Nelle tue storie c’è un messaggio di fondo? Qualcosa che vorresti trasmettere a chi legge i tuoi libri?
Sempre. Spesso più di un messaggio e penso che ognuno riceva quello di cui ha bisogno.
A volte io stessa scopro degli spunti di riflessione in un secondo momento.
Nei miei libri questa componente la sento più forte della mera trama.
Questo è uno dei motivi per il quale alcuni lettori possono considerare i miei scritti troppo impegnativi.
Preferisci cartaceo o ebook?
Cartaceo! Sono un’imbrattatrice seriale di libri, quello più sottolineato più è indimenticabile!
Genere preferito da lettrice?
Alcuni anni fa sarebbe stato il fantasy, ora, come nella musica, è un po’ difficile per me definire un genere. Leggo spesso saggi (su argomenti filosofici o legati alla tematica vocale); se non cerco nozioni allora voglio un libro che mi emozioni a prescindere dal genere e dall’autore, per questo leggo volentieri anche gli esordienti.
Se dovessi trovarti su un’isola deserta e potessi portarti solamente tre libri, quali sceglieresti e perchè?
E’ rarissimo che legga un libro più di una volta perciò porterei tre libri che non ho mai letto e che m’ispirano molto: ‘Sine Titulo’ di Angelarosa Weiler, ‘Lo zen e l’arte della manutenzione della bicicletta’ di Pirsig e ‘I Veda’.
Personaggio preferito? ( in generale dei libri che hai letto, quello che ti ha più colpito per carisma, fascino, coinvolgimento)
Io ho una passione esagerata per Galadriel (una regina elfica dal Signore degli Anelli di Tolkien)… se ne parla pochissimo nel libro ma trasuda saggezza e regalità… è il mio mito, un personaggio immenso!
Futuri progetti in campo editoriale?
Ho scritto il seguito del romanzo onirico ‘Oltre l’Abisso’: si chiama ‘Lacrime di Eternità’ e devo farne un’ultima ma sostanziosa revisione! Penso lo troverete edito da Pluriversum Edizioni nel 2022.
Hai qualche consiglio per chi si sta affacciando adesso in questo settore o vorrebbe provare a “buttarsi”?
Io mi sento proprio una di queste persone e sono la prima a ricevere volentieri consigli.
I Dissidenti, libri dei ricordi del mondo
Titolo: I Dissidenti, libro dei ricordi del mondo
Anno di uscita: 2021
Casa Editrice : Selfpublishing
Trama
Una società distopica governata dalla forza dell’Arte. Un mondo dove il confine tra Artisti e Dei sembra irrilevante.
La Città assediata: una delle quattro storie di Borges. Città che delinea una società disumana governata dal una scienza sterile, rappresentata dal maestoso Algoritmo. Città che può rappresentare anche il mondo intimo di ognuno di noi, dove la scintilla rischia di spegnersi per il soffio della routine.
Questo mondo nasconde l’Equazione dell’Uomo dietro l’Arte, che viene furbamente asservita sostituendo il potere religioso e politico con Artisti, a capo dei quali vi è Madre: una trasfigurazione moderna di Cibele.
Il Popolo represso assiste meravigliato al melodioso canto di lei, che porta ricordi di un amore lontano che ormai ha assunto i contorni di una leggenda.
Qualcuno non è disposto ad accettare le regole di una società dominata da monitor: i Cittadini li chiamano deviati, ma loro preferiscono ‘Dissidenti’.
Al gruppo, capitanato dall’ultimo Guru rimasto, si unisce Liu, un’Artista condannata per la sua sete di Infinito. Insieme forse potranno sovvertire il destino della Città.
Il primo passo decretato da Liu è riappropriarsi della storia: nasce così il ‘Primo libro dei ricordi del mondo’.
Quell’Uomo che ha creato l’Arte può essere risvegliato?
La lotta contro una società malsana, vista e sentita dall’intimo di una cantante lirica.
L’intreccio di personaggi e punti di vista diversi, dove l’Arte – in particolare il canto – si trasforma in terapia, bellezza, spiritualità, relazione, benessere, amore, vita.
Sentire Eterno.
http://www.elisabettatagliati.it/dissidenti.html
Oltre l'abisso
Titolo: Oltre L’abisso
Anno di uscita: 2020
Casa Editrice : Pluriversum Edizioni
Trama
Bethel, Capoclan celta, ci narra di una vita sconvolta da un’esperienza mistica, in cui amore e spiritualità vanno di pari passo. Un enigmatico sogno che trascina tanto la protagonista quanto l’autrice stessa in un vortice che tende alla scoperta di sé. Una scoperta che trova nell’amore la sua irrinunciabile guida e ispirazione. Una rivelazione che ci esorta ad assaporare la vita nelle sue componenti più sottili, riscoprendo la profondità e l’unicità dell’uomo.
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