Come ogni sabato siamo di nuovo insieme con il Caffè Letterario, la rubrica in cui conosciamo autori e autrici emergenti e ci parlano dei loro libri.
Questa settimana tocca a Giulia, che ci racconterà qualcosa di sé, dei suoi romanzi e del suo percorso come scrittrice.
La ringrazio infinitamente per la disponibilità e direi che possiamo cominciare senza altri indugi.
Piccola ma doverosa precisazione, a differenza delle altre interviste, quella con Giulia sarà un po’ atipica, in quanto lei non ha ancora pubblicato, ma ha firmato due contratti con due case editrici per la pubblicazione dei suoi romanzi che usciranno entrambi nel 2022.
Conosco Giulia da diverso tempo, ho iniziato a seguirla tramite il suo canale Youtube e poi su Instagram. Di solito non aggiungo mai commenti personali, ma conoscendola direttamente mi permetto di dire che è veramente una persona in gamba, un vulcano di idee, un vero concentrato di energia.
Detto questo andiamo a leggere le risposte di Giulia alle domande che le ho inviato.
Ciao Giulia, benvenuta e grazie per aver accettato di rispondere alle domande e di condividere qualcosa di te con noi. Come prima domanda ti chiedo, da cosa deriva il tuo nome d’arte?
Ciao a te, Daniele, e ciao a tutti! Innanzitutto, grazie mille per questa splendida opportunità. Cercherò di non essere troppo prolissa, anche se detto da una scrittrice può risultare un ossimoro, mi rendo conto!
Allora, per chi non mi conosce, sono Giulia Monteduro, in arte Giulia K. Monroe. Ho scelto questo nome ormai tanti anni fa, ed è lo pseudonimo con cui mi firmo online, soprattutto nei siti dove posto le mie storie e le mie Fan Fiction (ovvero su Wattpad, EFP e Fanfiction.net, per citarne alcuni). Da dove nasce questo pseudonimo? Beh, Giulia credo sia ovvio: è il mio nome di battesimo e, anche se piuttosto comune, mi piace molto e ne sono fiera; la K. non ha un significato particolare, è più che altro un omaggio alla Rowling, ma anche a un personaggio di un anime che amavo da piccola e che mi ha accompagnata per tantissimo tempo. Monroe, come la splendida Marilyn Monroe, un’icona senza tempo!
Ammetto che conoscendoti un po’ e vista la stima che nutri verso la Rowling è una scelta più che azzeccata quella di omaggiarla con la K nel nome. Bene Giulia, andiamo avanti, cosa posso offrirti? Caffè, Tè o una Tisana?
Nonostante mi piacerebbe essere la classica scrittrice che ama dar vita ai suoi romanzi con una bella tazza di tè aromatizzata accanto, sono in realtà una caffeinomane. Soprattutto per la vita frenetica che conduco, come molti altri scrittori che non fanno solo questo di professione (lavoro full-time, ho sempre mille progetti e idee da sviluppare, e in più pratico uno sport tre volte la settimana) il caffè è diventato una necessità: non riesco a sopravvivere se non ne prendo almeno quattro al giorno!
Come nasce la passione per la scrittura?
Sin da piccola, ho sempre amato perdermi in mille fantasticherie. Guardavo un film e mi immaginavo di essere dentro di esso; leggevo un libro e volevo essere uno dei personaggi; guardavo un anime e mi ritrovavo a creare storie legate ai vari protagonisti, che si intrecciavano con personaggi di mia invenzione. Insomma, ho sempre sentito la necessità di creare mondi nuovi e, quando ho scoperto che esisteva un modo “concreto” per farlo, ovvero attraverso la scrittura, è nata la scintilla! In buona parte sono stata poi ispirata da mio padre, che è a sua volta uno scrittore e che quindi mi ha trasmesso la passione per questo mondo; in parte è stata la mia necessità di dare luce a tutte quelle idee e quelle storie che vivevano solo nella mia testa.
Quale è stata la scintilla, la molla che è scattata e ti ha fatto dire “voglio scrivere un libro”?
Ero piccola, mi ricordo che andavo ancora alle elementari, quando la maestra d’italiano, poco prima delle vacanze estive, ci fece fare un tema la cui traccia era “Un giorno nel mondo dei sogni”. Dovevamo praticamente inventare una breve storia nella quale parlavamo dei nostri sogni. Mi ero divertita così tanto a scrivere quel tema, che addirittura lo conservai. Il caso (o il destino, per chi ci crede) ha voluto che quella stessa estate venisse in vacanza, in un appartamento della mia stessa palazzina, una ragazza un po’ più grande di me, che si chiamava anche lei Giulia. Ci strinsi amicizia e lei stava scrivendo un romanzo. La cosa mi ha talmente tanto appassionata, vedere i suoi appunti, i fogli scritti a mano, le idee sui post-it, che mi sono detta che volevo farlo anche io. Ed è così che ho iniziato a scrivere.
Quale genere scrivi e come mai ti sei approcciata a quel genere?
Scrivo per lo più fantasy con contaminazioni da romance. Mi piace mettere i personaggi in situazioni pericolose e poi sviluppare i rapporti personali tra di loro. Adoro le emozioni che ti fa provare una storia d’amore, ma mi piacciono anche i combattimenti, i sotterfugi, i misteri e la magia, ed ecco perché mi ritrovo a scrivere di mondi fantastici (o distopici) dove far innamorare, e a volte anche far odiare, i miei poveri protagonisti.
Qual è la prima cosa che ricordi di aver scritto?
Il tema scolastico di cui ti parlavo in una delle precedenti domande. Da lì ho preso la base per il mio primissimo racconto, una storia di ben venti pagine scritte a mano, dal titolo “Sonia e il mondo dei sogni”. Da qualche parte, conservo ancora le ultime parti. Raccontava la storia di questa bambina che vinceva un concorso dove le veniva data la possibilità di trascorrere una giornata nei propri sogni, ma alla fine il concorso si rivelava una farsa e chi lo aveva organizzato voleva in realtà solo catturare i bambini per poi chiedere un riscatto in denaro ai genitori. Sonia si incontrava con altri due bambini che avevano partecipato al finto concorso (e che prendevano i nomi da un anime che amavo da piccola, ovvero Rossana… per i più appassionati, i nomi Heric e George vi diranno qualcosa!) e insieme cercavano di scappare dal temibile Gerry, il capo di questa associazione malvagia. Una storia buffa, per una bambina di undici anni, ma ne conservo un bel ricordo ed era il preludio perfetto per i guai in cui ficco tutti i miei poveri personaggi!
Tutti noi scrittori abbiamo scritto qualcosa di imbarazzante, un nostro scheletro nell’armadio, ti va di raccontarci quale è la tua? Quella che a rileggerla ti viene da dire “ma cosa accidenti ho scritto?”
Probabilmente, la mia Fan Fiction su Harry Potter. In tanti lettori del web l’hanno amata e sostenuta, ma a rileggerla ora mi vengono i brividi. Motivo per il quale, a tempo perso, la sto revisionando, perché non tollero che esista una cosa così obbrobriosa in giro per internet.
Parliamo del tuo processo creativo. Come nascono le idee per i tuoi libri?
Sarà forse una risposta banale, ma io prendo le idee da qualsiasi cosa. Posso osservare una nuvola nel cielo o una foglia che si stacca da un albero o una pubblicità in tv e… BOOM, scatta l’idea. Di solito inizia sempre con un “e se?” e da lì la fantasia vola e non riesco più a fermarla. Ho sempre troppe idee e troppo poco tempo per scriverle, tanto che una volta ho sognato che stavo per morire e la mia preoccupazione maggiore era “e adesso chi scriverà tutte le storie che voglio scrivere?”
Ti definiresti più Plotter o Pantser? Ti piace avere tutti i dettagli sotto mano della storia prima di iniziare a scriverla oppure scrivi più “di pancia”?
Nasco come una pantser pura. I miei primi romanzi partivano dal classico “e se?” e di solito avevano un inizio abbastanza preciso e un punto finale un po’ fumoso, che poteva variare col tempo. Poi, man mano che le mie idee diventavano più complesse, ho sentito la necessità di farmi almeno un piccolo schema con avvenimenti principali che collegassero l’inizio alla fine. Ad oggi, ti dico che sono una plotter: non riesco più a scrivere se non ho prima una traccia di base di ciò che deve succedere in ogni capitolo, di come tutto si colleghi e persino di quale sia il background dei vari personaggi.
Quando scrivi solitamente lo fai a mano con quaderni, appunti, diari oppure direttamente al pc?
Il romanzo lo scrivo interamente al computer. Trovo che sia una perdita di tempo scriverlo prima a mano e poi trascriverlo in digitale, senza contare che mi stanco subito quando provo a scrivere su carta. Inoltre, sono molto più veloce a digitare che a scrivere con la penna, quindi quando provo a usare carta e inchiostro… beh, non riesco a stare dietro alle frasi formulate dalla mia mente, vanno troppo veloce! O forse sono io troppo lenta.
In generale, cerco di fare tutto al computer, uso un programma di nome Scrivener anche per il processo di plotting, però a volte mi ritrovo anche ad appuntare cose su post-it volanti o a tenere un quaderno specifico con appunti e note varie.
Ti piace ascoltare musica quando scrivi oppure preferisci il silenzio? In caso di musica, cosa ti piace ascoltare?
Dipende molto dal mood. Se non sono ispirata, un po’ di musica può aiutarmi, ma in generale scrivo quasi sempre nel silenzio più totale. Se proprio devo ascoltare qualcosa, metto un po’ di playlist ambience su YouTube, ovvero quei video dove si riproducono i suoni di determinati luoghi (come una biblioteca, un bar, un’aula studio, una foresta incantata etc…). Se proprio ho voglia di un po’ di musica, è sempre musica classica al pianoforte e senza parole, perché sia in inglese che in italiano mi distraggono e non mi permettono di scrivere.
C’è un posto preferito dove ti piace scrivere in un posto in particolare, diciamo un angolino tutto per te?
La maggior parte del tempo scrivo nello studio (ho la fortuna di avere una casa abbastanza grande da avere due camere da letto, quindi in una ci dormo, mentre nell’altra ho la scrivania col computer e tutti i miei libri). A volte mi capita di scrivere sul divano, ma solo quando ho troppo dolore alla schiena per stare seduta davanti al pc anche quando sono a casa (lavorando come segretaria in un’agenzia immobiliare, passo tutte le ore lavorative seduta a una scrivania).
Quanto tempo impieghi per scrivere un romanzo?
Non ne ho idea. Varia a seconda della tipologia di romanzo e di quanto sia lungo. Posso metterci sei mesi, se è una storia breve e concisa, e anni e anni per romanzi più complessi. Per “Un Frammento Nel Cuore” ci ho messo due anni a scriverlo, ma poi tipo sei anni per editarlo, tra il mio editing personale e quello con la casa editrice. “Quel che resta del nostro domani” ha richiesto un anno per essere scritto e un altro anno per il mio editing.
C’è un genere che non vorresti mai scrivere o che pensi di non riuscire a scrivere?
Non me ne volesse mio padre, ma l’horror. Non credo sarei mai in grado di spaventare qualcuno all’interno dei miei romanzi. Forse, anche lo storico non è nelle mie corde: troppe ricerche, troppi studi.
Hai una writing routine particolare? Se sì cosa fai?
Mi piacerebbe molto, ma non essendo questo il mio unico lavoro è piuttosto difficile trovarne una. Cambia a seconda delle giornate, del periodo, di tantissimi fattori. In generale, comunque, cerco di scrivere un po’ ogni giorno. Allo stato attuale, mi sto dedicando a due diversi romanzi (una Fan Fiction e un originale) e cerco di scrivere mille parole al giorno della prima e, se ci riesco e mi avanza tempo durante il resto della giornata, allora scrivo un po’ anche dell’originale. In generale, comunque, scrivo in ogni momento libero dal lavoro, quindi la mattina prima di andare in ufficio, in pausa pranzo, e la sera prima di andare in palestra.
Hai mai avuto il blocco dello scrittore e nel caso come l’hai superato?
Purtroppo sì e l’ho superato semplicemente continuando a scrivere. Anche se non riuscivo a farlo, mi sono sforzata. Ho buttato giù le idee per un romanzo che poi non ha mai visto la fine e mi sono incaponita a mandarlo avanti anche se odiavo tutto quello che scrivevo. Se perdo l’ispirazione, comunque, leggo i romanzi che mi sono più piaciuti e che mi fanno venir voglia di tornare a scrivere, o guardo video di altri autori su YouTube.
Cosa provi mentre scrivi i tuoi romanzi?
Libertà. Libertà dai pesi della vita di tutti i giorni, libertà dalle preoccupazioni, libertà dall’ansia e dai problemi. Quando scrivo, entro in un mondo tutto mio, nel quale posso essere serena, felice e spensierata.
Ci sono sicuramente autori ed autrici che in qualche modo hanno influenzato il tuo stile, quali sono?
Sicuramente J.K. Rowling. Per me rimane una maestra, ha creato un impero ineguagliabile e ha dimostrato che col talento e la passione si può arrivare in alto anche partendo dal nulla. Poi, indubbiamente, Laurell K. Hamilton, con la sua saga sulla cacciatrice di vampira Anita Blake (per lo meno fin quando la serie non si è trasformata da poliziesco sovrannaturale a erotico, perché allora ho smesso di seguirla). Fonte d’ispirazione più recente e autrice di cui adoro lo stile è indubbiamente Christelle Dabos, con la Saga dell’Attraversaspecchi, una serie di romanzi che vorrei aver scritto io!
Parlaci del tuo percorso da esordiente, tutto quello che hai fatto per arrivare alla pubblicazione.
Ho seguito due percorsi diversi, avendo un contratto con due diverse case editrici.
La prima ad aver avuto fiducia in me è stata Le Mezzelane. Una volta concluso il mio primo romanzo originale, ovvero “Un Frammento Nel Cuore” ho cominciato a inviarlo a tutte le case editrici non a pagamento a cui poteva interessare quel determinato tipo di romanzo. Le Mezzelane è stata tra le poche a rispondermi e anche la prima a offrirmi un contratto, che ho firmato senza alcun indugio.
Per quanto riguarda invece la seconda casa editrice, ovvero la Dark Zone Edizioni, devo ringraziare mio padre, lo ammetto. Essendo già lui un loro autore, gli ha fatto leggere il mio secondo romanzo originale, ovvero “Quel che resta del nostro domani”. Per fortuna il romanzo è piaciuto molto ed ecco come sono arrivata a firmare il mio secondo contratto.
Nelle tue storie c’è un messaggio di fondo? Qualcosa che vorresti trasmettere a chi legge i tuoi libri?
In generale, non scrivo romanzi con lo scopo di insegnare qualcosa o di fare la morale a qualcuno. Il mio intento è quello di divertire, di emozionare, di far immergere le persone in un altro mondo e far dimenticare loro, almeno per un po’, tutti i problemi e le ansie della vita reale. Per me leggere (e anche scrivere) significa evadere un po’ dalla quotidianità e immergermi in mondi fantastici, dove poter essere libera di non pensare. Spero di riuscire a far provare le medesime emozioni a chi mi legge.
Preferisci cartaceo o ebook?
Cartaceo. Passo così tanto tempo di fronte agli schermi, che almeno i libri voglio leggerli su carta e far riposare gli occhi!
Genere preferito da lettrice?
Fantasy, con contaminazioni romance, e gialli.
Autore preferito?
J.K. Rowling, Christelle Dabos e Brandon Sanderson.
Se dovessi trovarti su un’isola deserta e potessi portarti solamente tre libri, quali sceglieresti e perchè?
Oddio, che domanda difficile. Okay, forse porterei “On Writing” di Stephen King, per darmi l’ispirazione a scrivere anche se mi ritrovo su un’isola deserta; “Memorie di una Geisha”, perché l’ho amato e lo rileggerei all’infinito; “Shogun” perché non è un libro che si legge, è un libro che si vive.
Personaggio preferito? Quello che ti ha più colpito per carisma, fascino, coinvolgimento
Probabilmente Thorn, della Saga dell’Attraversaspecchi di Christelle Dabos. È un personaggio maschile ottimamente costruito, con molti più difetti che pregi, ma che non ho fatto alcuna fatica ad amare. Poi potrei citare anche Chiyo, la protagonista di “Memorie di una Geisha”, un altro romanzo che ho amato dal profondo!
Futuri progetti in campo editoriale?
Beh, in realtà non ci sono progetti futuri veri e propri, perché entrambi i romanzi che ho sotto contratto ancora devono essere pubblicati, quindi per il momento sono concentrata sull’uscita di quelli! Per il resto, sto scrivendo un nuovo romanzo, sì, ma è ancora tutto top secret!
Hai qualche consiglio per chi si sta affacciando adesso in questo settore o vorrebbe provare a “buttarsi”?
Leggere. Leggere tanto e scrivere altrettanto. Non avere paura. Non cercare il perfezionismo. La scrittura è qualcosa che migliora col tempo, più la alleni più diventi bravo, quindi consiglio assoluta costanza e soprattutto passione!
Vi lascio alcuni dei link ai canali social di Giulia. Vi invito a seguirla, specie su Youtube, dove tiene una serie di rubriche davvero molto interessanti, tra cui una in cui spiega passo passo come scrivere una Fan Fiction.
Di solito ogni autore o autrice intervistato ci presenta uno dei suoi libri, però dato che Giulia non ne ha di già usciti e sono in programma ben due titoli, ha scelto di parlarci di entrambi. Perciò qui sotto vi lascio ai suoi libri.
Quel che resta del nostro domani
Titolo Quel che resta del nostro domani
Anno di uscita 2022
Casa Editrice Dark Zone Edizioni
Trama
In un mondo post-apocalittico, governato dalla morte e popolato da zombie, La Base, una comunità di sopravvissuti guidata dalla mano dittatoriale di Iader, ha preso con la violenza la supremazia del territorio, costringendo la comunità di Città Fenice a stare alle sue regole e sotto il suo comando. Quando un gruppo di Città Fenice, guidato dalla coraggiosa Michela, cerca di ribellarsi, la loro piccola rivolta viene stroncata sul nascere. Iader, che di certo non è famoso per la sua indulgenza, è costretto però a rivedere i suoi metodi quando i suoi occhi incontrano quelli della donna che ha guidato la ribellione. Infatti lui conosce Michela. Nella loro vita prima dell’apocalisse l’ha amata, anche più di quanto fosse lecito, anche più di quanto fosse normale. La fine della loro storia ha lasciato tanti punti irrisolti e altrettanta amarezza, tra sensi di colpa e impotenza. Ora che si sono rincontrati, in questo nuovo folle mondo, e che si sono scoperti antagonisti in una guerra per la supremazia, cosa vincerà? L’amore che li ha legati in passato… o l’odio che provano adesso?
Curiosità sui personaggi Mi sono divertita moltissimo a scrivere di entrambi i protagonisti. Iader e Michela sono, almeno a mio avviso, due personaggi molto umani, pieni di difetti e contraddizioni, guidati dall’emozioni, ma anche dall’istinto. Mi è piaciuto curare la loro crescita interiore, che possiamo ben carpire perché il romanzo si snoda su due diverse linee temporali, permettendoci di conoscere la Michela e lo Iader del passato e di capire meglio come abbiano fatto a diventare le persone che sono nel presente. Onestamente, li amati entrambi. Iader, forse, un pochino di più!
Un Frammento Nel Cuore
Titolo Un Frammento Nel Cuore
Anno di uscita 2022
Casa Editrice Le Mezzelane
Trama Dopo l’Ultima Epifania, le cose per il mondo non sono state più le stesse. Le creature sovrannaturali, dapprima solo materiale per romanzi o miti d’altri tempi, si sono rivelati agli esseri umani e ora vivono in tranquillità sulla Terra, senza doversi più nascondere nelle ombre. Charlie, una normale essere umana, lavora in un pub alle dipendenze di un demone, ma la sua vita è destinata a cambiare quando si intreccia con quella di Oceàne, una vampira millenaria che, senza mezzi termini, uccide il demone e la rapisce. Oceàne promette a Charlie una vita migliore di quella che ha vissuto finora, se solo le darà il consenso di creare il Legame con lei. Proprio quando Charlie si arrende e quasi si abitua alla sua nuova vita, Oceàne manda di nuovo la sua realtà in frantumi quando la scambia per un pezzo dell’Amuleto di Osiride, un oggetto tanto antico quanto potente che la vampira sta cercando da tempo. Charlie viene così lasciata al Bloody Nightmare, un pub costruito all’interno di un castello, alla mercé di Michelangelo, il suo temibile proprietario, che sembra proprio aver sviluppato un innaturale interesse verso di lei…
Curiosità sui personaggi Nella prima stesura della storia, odiavo Charlie: era un personaggio piagnucolone, che ogni tanto si ricordava di avere un po’ di orgoglio e tirava fuori un caratterino bisbetico senza che questo avesse alcun senso. Con la revisione, sono riuscita a trasformarla in un personaggio forte e indipendente che, nonostante sia spesso sottoposto a una forte pressione, riesce comunque a superare ogni ostacolo con una forza d’animo invidiabile! Quindi, sono molto fiera del processo maturativo che ha affrontato dalla prima bozza a oggi!