Bentornati alla rubrica settimanale con le interviste ad Autori e Autrici emergenti.
Oggi abbiamo il piacere e l’onore di avere con noi un altro autore di Saga Edizioni, Lorenzo Basilico che ci racconterà qualcosa di sé, dei suoi lavori e del suo modus operandi come scrittore.
Piccolo commento personale, il libro di cui Lorenzo ci parlerà, Burning Cthulhu, è uno dei libri più interessanti e originali che abbia mai avuto occasione di leggere, affrontando da un punto di vista completamente nuovo l’universo Lovecraftiano.
Perciò direi che vi sto, neanche troppo velatamente, consigliando di leggere il suo libro. Se siete amanti di Lovecraft, del distopico e del genere horror, non potete assolutamente farvelo sfuggire.
Detto questo direi che possiamo passare la parola a Lorenzo ed ascoltare, o meglio leggere, insieme quello che ha da raccontarci.
Come prima cosa direi di iniziare con le presentazioni. Dicci come ti chiami e nel caso di un nome d’arte raccontaci come lo hai scelto e perché?
Ho tenuto da subito il mio nome, perché mi piace e poi, Basilico è facile da ricordare!
Solita domanda di rito, Cosa prendi? Caffè, The o Tisana?
Tisana alla rosa canina. the al gelsomino o the verde. Senza zucchero.
Come nasce la passione per la scrittura?
Io sono sempre stato un lettore voracissimo, fin da bambino. La passione per la scrittura è piuttosto recente, scrivo da quattro anni.
Cosa ti ha fatto dire “voglio scrivere un libro”?
Me lo ricordo. È nato ben prima dell’effettivo primo mio tentativo convinto di scrivere qualcosa. La prima volta che ho sentito il desiderio di far provare anch’io al lettore emozioni profonde con l’inchiostro è stato leggendo da ragazzino “La metà oscura” del Re, di Stephen King
Quale genere scrivi e come mai ti sei approcciato a quel genere?
Io scrivo un genere alla Lorenzo Basilico, non facilmente incasellabile, ma le tinte che prediligo sono quelle del fantasy metropolitano, dell’horror e del gotico.
Qual è la prima cosa che ricordi di aver scritto?
La prima cosa che ho iniziato a 22 anni, ma poi ho abbandonato, è stata una specie di idea su un investigatore privato alla Marlowe col potere di controllare gli insetti. Pochissime pagine, poi più niente fino a EX TENEBRIS quattro anni fa.
E qual è invece la cosa che più ti imbarazza di aver scritto? Quella che a rileggerla ti viene da dire “ma cosa accidenti ho scritto?”
No, niente. Sono abbastanza puntiglioso e se scrivo qualcosa per me è decente, quindi non ho scheletri nell’armadio. Per ora.
Parliamo del tuo processo creativo. Come nascono le idee per i tuoi libri?
È un processo semi inconscio, in gran parte scrivo di getto su idee/suggestioni di base che poi sottopongo a gran labor limae. Adesso però ho iniziato a fare qualche schemino striminzito.
Plotter o Pantser? Ti piace avere tutti i dettagli sotto mano della storia prima di iniziare a scriverla oppure scrivi più “di pancia”?
Assolutamente scrittore di istinto e elaborazioni in background del mio dáimōn, che a un certo punto mi prende a pugni e mi costringe a metterle su carta.
Scrivi a mano con quaderni, appunti, diari oppure direttamente al pc?
Per la maggior parte a penna su quaderni, block notes e fogli volanti, ma mi sto imponendo di aumentare la battitura a PC, anche per risparmiare tempo.
Ti piace ascoltare musica quando scrivi oppure preferisci il silenzio? In caso di musica, cosa ti piace ascoltare?
In caso di determinate scene nella testa mi è capitato di ascoltare una singola canzone in loop. Ad esempio Green Day Peacemaker per EX TENEBRIS, e Gogol Bordello, My Strange Uncle for Abroad… In genere però non ascolto continuativamente musica mentre scrivo, anche se di recente sto riscoprendo la classica (Mozart e Brahms)
C’è un posto preferito dove ti piace scrivere in un posto in particolare, diciamo un angolino tutto per te?
No, sono un nomade, perché difficilmente ho tempo per mettermi alla scrivania per ore. Ho la fortuna di avere una taverna e sarebbe quello il mio posto d’elezione, se diventerò famoso tanto da poter dedicare qualche ora al giorno.
Quanto tempo impieghi per scrivere un romanzo?
Mesi, tra famiglia, lavoro, casa…
C’è un genere che non vorresti mai scrivere o che pensi di non riuscire a scrivere?
Romance.
Hai una writing routine particolare? Se sì cosa fai?
No.
Hai mai avuto il blocco dello scrittore e nel caso come l’hai superato?
Ho il problema contrario, mancanza di tempo, ma idee, entusiasmo tante.
Cosa provi mentre scrivi i tuoi romanzi?
Un senso di “chiamata” della storia che sto mettendo su carta e stanchezza quando finisco di scrivere spesso. È un piacere ma ci metto tanto e tanto impegno, anche nella prima stesura, infatti scrivo poco alla volta
Ci sono sicuramente autori ed autrici che in qualche modo hanno influenzato il tuo stile, quali sono?
Stephen King, Raymond Chandler, Arthur Machen. Autori classici come King, Melville, Jack London
Parlaci del tuo percorso da esordiente, tutto quello che hai fatto per arrivare alla pubblicazione.
Self da subito. Buone conferma e stima anche da chi già pubblicava. Rifiuti motivati o meno da molte case editrici. Sono stato accettato poi dal bel blog Les Fleurs du Mal per una recensione dei miei romanzi self EX TENEBRIS e RIGOR MORTIS, e da lì mi son fatto conoscere da Saga Edizioni, con cui pubblico.
Pubblichi con casa editrice o in Self? In caso di Self cosa ti ha portato verso questa scelta?
Self ora una piccola raccolta di racconti. Adesso sto pubblicando con Saga Edizioni. A un certo punto ho realizzato che la pubblicazione con una casa editrice era necessaria per una maggiore rete di distribuzione e promozione. La desideravo per avere anche la conferma nel mondo dei professionisti del mio valore. Ma avrei comunque continuato a scrivere anche se non fosse arrivata.
Nelle tue storie c’è un messaggio di fondo? Qualcosa che vorresti trasmettere a chi legge i tuoi libri?
Resistere alle avversità. Prendere le cose con ironia e soprattutto auto ironia. Essere il più possibile leali.
Preferisci cartaceo o ebook?
Cartaceo, ma ebook per questioni di spazio.
Genere preferito da lettore?
Horror, Urban fantasy, saggi di mitologia/folklore
Autore preferito?
Stephen King
Se dovessi trovarti su un’isola deserta e potessi portarti solamente tre libri, quali sceglieresti e perchè?
Il potere del mito di Joseph Campbell, un saggio/intervista sui miti e la loro attualità, fondamentale. Il Macedone, di Nicholas Guild, un romanzo storico che non mi stanco mai di leggere. La Lunga Marcia di Stephen King, forse il mio preferito.
Personaggio preferito?
John Taylor della serie urban fantasy di Nightside. Un protagonista misterioso, imperfetto ma pronto a battersi per i propri amici.
Futuri progetti in campo editoriale?
Uno che non posso rivelare. Un romanzo che mischia vittoriano ottocentesco a fanta archeologia, un prequel della serie di EX TENEBRIS. Continuare il terzo volume di EX TENEBRIS.
Hai qualche consiglio per chi si sta affacciando adesso in questo settore o vorrebbe provare a “buttarsi”?
Non l’autore, ma l’opera. Lavorate e non pensate all’immediato. Ponderate tutti i consigli, soprattutto quelli che vi fanno incazzare, ma non perdete la vostra voce.
Adesso parliamo un po’ del tuo libro, ho preparato alcune domande.
Il tuo libro è l’unico che abbia letto ad essere ambientato dopo la venuta dei Grandi Antichi e la conseguente guerra che ne sorgerebbe. Come mai quest’idea di un distopico Post Guerre?
Da alcune illustrazioni che ho visto navigando sul web, che hanno fatto nascere l’idea. Mi interessava di analizzare la prospettiva e un contesto in cui la prospettiva dell’evocazione degli esseri meta dimensionali di Lovecraft venisse trasformata e quella tensione fosse inglobata, seppur parzialmente e in maniera conflittuale, nella concezione del mondo occidentale. Mantenere quindi un sottotesto di temi e atmosfere lovecraftiane, ma ibridandole con nuovi registri e contesti sociali più sfaccettati.
Si vede che dietro c’è una conoscenza del Pantheon Lovecraftiano e di tutte le sub creature create. Tra tutte le orribili creature cosa ti ha portato a scegliere gli Shoggoth e i Mi-go?
Gli Shoggoth per la loro proteiforme poliedricità, l’informe orrore bruto e artificiale nato per essere asservito o annichilire; i Mi-go per contro sono ultimi avamposti viventi di una civiltà avanzata e reietti in terra straniera ma non maligni di per sé.
Mi accennavi che in futuro forse potrebbe esserci un seguito, tra qualche anno. Hai già qualche idea in mente?
Ho già qualche idea. Rodrigo Reyez si è trasferito agli estremi margini di New Arkahm, quando riceve una visita inaspettata e..
Come nascono i personaggi del tuo libro? Li ho trovati ben caratterizzati ed è facile affezionarsi ad alcuni e allo stesso tempo è facile odiarne altri. Questo è sintomo di un’ottima creazione dei personaggi. (Spiego meglio la domanda, i personaggi del mio libro ad esempio, sono nati da alcune sessioni di un gioco di ruolo, erano gli alter ego miei e della compagnia con cui giocavo).
Ah no, mai giocato di ruolo. Sono frutto di un’ideazione momentanea che poi prende corpo man mano che scrivo. Li vedo sulla carta come si muovono, come parlano, che registro usano. Sono già lì nel mio blocco di marmo mentale; la penna è il mio scalpello.
Parlaci adesso del tuo rapporto con Saga Edizioni.
Come sei entrato in contatto con loro?
Sono entrato in contatto con loro tramite il blog Les Fleurs du Mal. Ho avuto la fortuna di esser accettato per la recensione dei miei primi due romanzi, e mi hanno notato. Da allora collaboro strettamente.
Come giudichi la tua esperienza con questa casa editrice?
È quello che volevo, dei professionisti ma (fondamentale) amanti di ciò che scrivo. Con Saga si lavora, ma la casa editrice è rispettosa del testo, cosa che mi piace molto. Da parte mia sono un autore che non rompe le palle
Hai in programma altri progetti con Saga?
Uno che arriverà presto, ma non posso svelare, poi il primo libro della mia saga urban EX TENEBRIS nell’autunno 2022.
Hai fatto qualche presentazione o firmacopie dal vivo per il tuo libro? In caso di risposta positiva, che sensazioni provi durante uno di questi eventi?
Quello al Salone del Libro di Torino in particolare è stata una grande soddisfazione, il coronamento di anni di fatiche della mia perseveranza nonostante le porte chiuse. Vedere perfetti sconosciuti puntare decisi sul tuo libro e comprarlo è sempre figo. In quella cornice, un trip per un piccolo autore.
Ti saresti aspettato il riscontro che hai avuto con Burning Cthulhu?
Abbastanza, perché HP Lovecraft ha seguito, ma non speravo una così buona accoglienza per il mio omaggio eterodosso al Solitario, data la particolarità…
Ringraziamo Lorenzo per aver partecipato alla nostra Rubrica e per averci dedicato del tempo. In un mondo come quello di oggi che va sempre di corsa e non si guarda neanche intorno non è una cosa così scontata.
Vi lascio ad una piccola scheda del libro e vi invito a seguire Lorenzo e Saga Edizioni sui loro canali social.
Vi aspetto settimana prossima, per incontrare un altro Autore.
Burning Cthulhu
Titolo BURNING CTHULHU
Anno di uscita 2021
Casa Editrice Saga Edizioni
Trama
Rodrigo Reyez ha pochi ricordi di ciò che gli è accaduto nella sua ultima spedizione. Sa solo che da quando ha riaperto gli occhi nella Zona, tutti i suoi compagni sono morti, e lui non è nemmeno più nel suo corpo.
Gliel’hanno rubato contro la sua volontà e ora si trova a occupare un ospite che non è il suo: è più anziano, meno forte ma più agile, e spesso è tormentato da strani sogni.
Come se dovesse risalire in superficie per riprendere fiato.
Non gli resta che avventurarsi sulle Colline, dove si trova Alberto del Rio Sagrado, un uomo che ben conosce i mostri e che ha la missione di uccidere tutto ciò che non è umano.
Qualcosa però, gli è sfuggito, nonostante abbia cercato il più possibile di ripulire le caverne dove si annidano i mostri.
Rodrigo deve cercare risposte negli abissi di quel luogo maledetto e, soprattutto, fermare coloro che hanno fatto esperimenti su di lui e continuano a farli sulla razza umana. Ma non è solo in questa battaglia a protezione dell’umanità: con lui ci sono i Guardiani dell’Alba.
Curiosità sui personaggi
Il capo dei Guardiani è Graceland, detto “King”, anche lui veterano delle Guerre come Alberto del Rio.. Sarcastico e autoironico, ma freddo nelle situazioni di pericolo.Tanto piccolo quanto tosto.
Ovviamente Graceland è anche un omaggio è al re del rock, Elvis.
Rodrigo Reyez pratica boxe, io stesso ho praticato sport da combattimento e arti marziali per diversi anni.
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